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Anno pastorale 2018/19 discorso del vescovo Muser - seconda parte

Giustizia sociale: solidarietà e giustizia sono i parametri decisivi per una politica sociale ed economica sostenibile e adeguata al futuro. Sembra tuttavia crescere la sensazione che non ci si possa più permettere „l’amore per il prossimo rivolto a tutti“. Servono risposte coraggiose, orientate al benessere comune, che sappiano unire e non dividere. La fede cristiana esclude atteggiamenti come svilire ed emarginare altre persone nonché il nazionalismo e la xenofobia. Forze nazionalistiche hanno sempre un modello consolidato: diffondono di continuo notizie negative, suscitano paure e odio nei confronti degli altri. Persone impaurite sono facilmente manipolabili. Con messaggi semplici, con un chiaro nemico e con appelli alla compattezza e all’unità contro altri, portano alla perdita di solidarietà, all’insicurezza e alla cultura del sospetto e avvelenano la convivenza.

Giustizia per la prossima generazione: ne va della conservazione di un creato che permette alla future generazioni di godere di buone condizioni di vita. Allo stesso tempo, tuttavia, si tratta anche di non lasciare indebitamente in eredità ai figli e ai figli del nostri figli oneri materiali e finanziari gravosi.
Una pressante esortazione verso un impegno consapevole e deciso per una maggiore tutela dell‘ambiente e per una più sentita responsabilità di tutti verso la nostra “madre terra“ è stata pronunciata da Papa Francesco nel 2015 con l’enciclica “Laudato si‘“. Le sfide maggiori sono: il riscaldamento globale del pianeta; la priorità dell‘economia, specialmente dell’economia finanziaria, rispetto alla politica; la sperequazione nella distribuzione dei beni di questo mondo; il mercato orientato solo al profitto; il consumismo; la devozione alla tecnologia e lo stile di vita esigente e sfrenato di moltissime persone nel cosiddetto primo mondo.
L’Istituto “De Pace Fidei“ ha pubblicato assieme all’Ufficio per il dialogo, puntualmente per questo Convegno pastorale, un “manuale“ sull’ambiente. Una svolta ecologica nella vita del singolo e della società è possibile e necessaria! Questa pubblicazione intende offrire in tal senso un aiuto concreto alle parrocchie e ai gruppi ecclesiali.

Dignità umana e tutela della vita: la dignità e il diritto alla vita sono propri della persona dal primo attimo della sua presenza nel grembo della madre fino alla sua morte. La vita della persona è santa e ha sempre a che fare con Dio stesso! Dalla parte di Dio stanno soltanto coloro che si pongono dalla parte della persona. Proprio alle estremità della vita, all’inizio e alla fine, noi uomini dipendiamo dalla protezione altrui.

Matrimonio e famiglia: alla luce della straordinaria importanza come cellule fondanti della società, il matrimonio e la famiglia necessitano di particolare tutela. Già nella lettera pastorale sociale del 2003 “Dall’Alpha all’Omega“ il vescovo Wilhelm scriveva: “Non possiamo equiparare al matrimonio altre forme di vita di coppia. Anche se nessuno deve essere discriminato per la forma di vita che ha scelto, rimane chiaro il compito prioritario di promuovere la famiglia che è fondata sul matrimonio tra uomo e donna.“ Nella tutela delle famiglie sottolineo anche il decisivo impegno per le nostre domeniche e i giorni festivi, con le loro opportunità sul piano sociale, culturale, familiare e religioso.

La pacifica convivenza: nel 1973, a conclusione del Sinodo diocesano, il vescovo Joseph Gargitter ha citato un segno distintivo della diocesi di Bolzano-Bressanone che testimonia la duratura e sempre attuale vocazione della nostra Chiesa locale: “La parola ‘insieme‘ è uno slogan per il nostro lavoro nella chiesa; insieme come unità nella fede e nell’amore, come corresponsabilità di tutti verso tutti, dalla famiglia alla parrocchia e fino alla diocesi.“
Di questa convinzione il vescovo Wilhelm Egger ha fatto il suo motto episcopale. Sul suo pastorale ha fatto incidere la parola greca “syn“, che intende insieme tra gruppi linguistici, ma anche insieme di tutte le vocazioni e carismi per un’azione pastorale segnata da una responsabilità condivisa.
La nostra terra può essere un modello per un’Europa pacifica. Spesso, in colloqui e incontri, osservo che anche dal di fuori si guarda con interesse alla nostra realtà. I decenni di disputa per l’autonomia hanno portato buoni frutti. Da una coabitazione dei gruppi linguistici bisogna sviluppare un livello di stare assieme ancora maggiore. Sarebbe un passo indietro quello di promuovere ancora oggi o di nuovo l’assunto secondo cui “quanto più siamo divisi, tanto meglio ci comprendiamo.” L’alternativa cristiana è: quanto più ci conosciamo, tanto meglio ci comprendiamo! Dall’episcopato Gargitter ad oggi l’impegno della nostra Chiesa locale è il seguente: unità nella diversità, radicamento nella propria identità senza disprezzare o isolare quella dell’altro. La diversità linguistica e culturale della nostra terra va considerata una ricchezza e non una minaccia. Vanno smantellate le barriere già esistenti e non bisogna costruirne altre. La funzione-ponte dell’alto Adige tra l’area culturale romanica e quella germanica non deve rimanere una frase retorica. Un contributo importante è la disponibilità ad apprendere e capire - almeno in modo passivo - la lingua dell’altro gruppo etnico! Ho un sogno in tal senso: le traduzioni simultanee, nei casi delle nostre lingue provinciali, dovrebbero diventare superflue!

Europa: nell’attuale dibattito su profughi e immigrazione il concetto di “Occidente cristiano“ torna ad essere popolare. Ma: non tutto ciò che si riferisce al Cristianesimo è effettivamente improntato al Cristianesimo! Non di rado oggi l’Occidente cristiano viene utilizzato solo come concetto di demarcazione e battaglia contro altri, chiunque essi siano.
L’Unione europea è stata fondata dopo le drammatiche esperienze delle dittature e della Seconda guerra mondiale, proprio anche come comunità di valori cristiani e umanistici. Tuttavia oggi lo spirito europeo sta perdendo forza. Il grande “noi“ si sta disgregando in tanti “noi“ sempre più piccoli. Nella casa comune Europa gli abitanti si stanno sempre più rinchiudendo nelle loro quattro mura. “Attenti a questo noi“, si sente sempre più spesso! “Prima noi, poi gli altri“: questi sono i nuovi toni che tornano ad essere presentabili.
Paolo ha contribuito in modo determinante a portare il Cristianesimo in Europa. Sua è l’affermazione: “Non c'è più giudeo né greco; non c'è più schiavo né libero; non c'è più uomo né donna, poiché tutti voi siete uno in Cristo Gesù.“ (Gal 3,28). Di se stesso scrisse l’apostolo dei popoli che si era fatto giudeo con i giudei e greco con i greci (1 Cor). Questa è identità cristiana! Un’identità che riconosce le proprie radici, le cura, le difende e le vive, in un dialogo aperto e costruttivo con le identità di altri.
Nel suo discorso di ringraziamento in occasione del conferimento del Premio Carlo Magno, papa Francesco ha detto di sognare un continente inclusivo in cui essere migrante non sia un crimine, ma faccia scattare l’impegno per la dignità della persona. In tal modo il Papa si scaglia contro i tentativi di mettere le persone le une contro le altre anche con l’aiuto della religione. I cristiani hanno il compito di gestire il futuro ispirati dalla forza del Vangelo e non di fomentare le paure. E sono chiamati a infondere motivi di speranza nella società. Questo lo potremo fare solo se noi stessi vogliamo essere e restare cristiani!

Ringraziamenti
Cari confratelli, cari religiosi, care collaboratrici e cari collaboratori nei diversi ambiti della pastorale, vi invito a proseguire il cammino insieme – seguendo la Parola di Dio e in legame tra noi grazie a un dialogo sincero, aperto e costruttivo.
Un ringraziamento particolare va a tutti coloro che all’inizio di questo nuovo anno hanno lasciato un incarico o a un servizio. Vi chiedo di continuare a collaborare, a partecipare, a sostenere, a camminare insieme. A tutti coloro che assumono un nuovo compito nella pastorale parrocchiale, in quella giovanile e nei differenti ambiti pastorali all’interno della nostra Diocesi, auguro che con il sostegno, l’aiuto e la vicinanza reciproci si possa restare sulla strada intrapresa – sulla TUA Parola, con gioia e speranza. Sono particolarmente vicino ai nostri due nuovi sacerdoti che iniziano il loro servizio come cooperatori e a tutti i confratelli malati e anziani sulle cui spalle oggi cerchiamo di proseguire quello che hanno costruito con fatica. Ringrazio per tutte le forme di vocazione nel cammino comune nella fede. Grazie della disponibilità nel sostenere assieme e nel condividere la fatica, le preoccupazioni e le questioni aperte. Ringrazio anche per la fiducia e la benevolenza che mi dimostrano molti di voi.
Maria, di cui festeggiamo oggi il compleanno, possa donarci la gioia spirituale di essere l’aurora nella piena fiducia che anche oggi il sole di Cristo sorga e splenda. E Josef Mayr-Nusser ci infonda il coraggio di essere testimoni anche in quest’anno di lavoro dedicato alle vocazioni. Questa è la nostra unica e più potente arma, come egli disse. Questa è la nostra missione! E per compierla c’é bisogno di noi: di ciascuno e ciascuna di noi e di tutti noi assieme.
Giulan, De gra, un sentito e cordiale grazie, vergelt´s Gott!