"Il Tempo di Quaresima ha lo scopo di preparare la Pasqua: la liturgia quaresimale guida alla celebrazione del mistero pasquale sia i catecumeni, attraverso i diversi gradi dell’iniziazione cristiana, sia i fedeli, per mezzo del ricordo del Battesimo e mediante la Penitenza.
Il Tempo di Quaresima decorre dal Mercoledì delle Ceneri fino alla Messa «Cena del Signore» esclusa."
(Norme generali per l’ordinamento dell’Anno liturgico 27-28)
Note pastorali
1. La Costituzione liturgica stabilisce che sia posto in evidenza il duplice carattere della Quaresima: penitenziale e battesimale (SC 109). Nel tempo dei 40 giorni, la comunità cristiana si prepara a celebrare la solennità pasquale, seguendo l’esempio del Signore: «Allora Gesù fu condotto nel deserto per essere tentato dal diavolo e digiunò 40 giorni e 40 notti» (Mt 4,1-2). La quaresima di Gesù dà compimento agli avvenimenti prefigurativi dell’Antico Testamento: dai 40 giorni del diluvio ai 40 anni di peregrinazione nel deserto, dai 40 giorni di Mosè sul monte ai 40 giorni di cammino di Elia verso l’Oreb.
2. La Quaresima è preparazione al mistero della Pasqua, «sorgente e vertice di tutto l’anno liturgico» (SC 109). Bisogna ricordare che essa non è tanto una austera pratica devozionale, ma un lungo tempo «sacramentale» (V. colletta della 1ª domenica), atto del Cristo presente e operante nella Chiesa. In questo itinerario di conversione siamo invitati ad ascoltare e seguire Cristo, per fare il passaggio dal peccato alla vita nuova.
3. Il carattere penitenziale e battesimale emerge dai testi liturgici (orazioni e letture), che delineano un vero cammino di penitenza e di iniziazione battesimale. Si porrà attenzione, per utilizzare personalmente e comunitariamente la ricca proposta del messale e del lezionario, allo sviluppo tematico del ciclo domenicale (A) e del ciclo feriale (unico).
A) Ciclo domenicale
Anno A:
Le pagine dell’AT percorrono le grandi tappe della Storia della salvezza: la creazione e il peccato del primo uomo (1a dom.), la chia mata di Abramo (2a dom.), l’esodo (3a dom.), il regno di David (4a dom.), il messaggio dei profeti (5a dom.). Più con i fatti che con le parole Dio mette in atto il suo disegno di salvezza e chiama l’uomo alla fede, all’alleanza, alla vita e gli dona il Spirito. Lo sviluppo delle letture domenicali dell’Anno Acostituisce nel suo complesso una organica catechesi battesimale, di antica tradi zione in alcuni nuclei per il rito romano, che guida i catecumeni e la comunità a riscoprire la forza e il significato della grazia del sa cramento della rigenerazione cristiana.
- I Domenica: domenica della tentazione. È una introduzione ge nerale al tempo quaresimale; prospetta la lotta che l’uomo deve af frontare per le sue scelte definitive. Alla sua debolezza e al suo or goglio che lo portano al peccato e alla morte (la e 2a lettura) fa ri scontro la fedeltà e la forza di Cristo (vangelo) che vince il Maligno e si propone come esempio ai suoi discepoli.
- Il Domenica: domenica (di Abramo) della trasfîgurazione. Come Abramo, padre dei credenti, anche il catecumeno che si prepara al battesimo e il cristiano che lo rivive, devono partire, uscire dalla propria terra, abbandonare i propri idoli (la lettura) e camminare verso il monte della trasfigurazione, della somiglianza con Cristo (vangelo), sollecitati da una «vocazione santa» (2a lettura).
- III Domenica: domenica della Samaritana. Inizia per i candidati al Battesimo il periodo degli «scrutini» con le tre grandi pagine dei vangeli domenicali e con le «consegne», durante la settimana, del Credo, del Vangelo e del Pater. Come Israele anche il catecumeno (e il cristiano) ricerca l’acqua che lo salva (la lettura). Gesù gli annuncia di avere un’acqua di vita, che estingue ogni sete (vangelo): quest’acqua, a cui il cristiano può dissetarsi, è il suo stesso Spirito (2a lettura), «riversato nei nostri cuori», che ci consente di adorare il Padre «in Spirito e Verità».
- IV Domenica: domenica del cieco nato. Nel Battesimo l’uomo viene liberato dalle tenebre e illuminato (vangelo) e può così vive re da figlio della luce (2a lettura), consacrato con una unzione rega le (1a lettura).
- V Domenica: domenica di Lazzaro. Nel Battesimo il discepolo di Cristo passa dalla morte alla vita in forza dello Spirito di Cristo, che è «la risurrezione e la vita» (vangelo e 1a lettura), e può liberarsi dal peso della carne (= vita di peccato) e piacere a Dio (2a lettura).
Anno B:
Le pagine dell’AT ripercorrono le grandi tappe della Storia della salvezza: nel segno delle successive Alleanze che Dio stabilisce con gli uomini: l’alleanza con Noè dopo il diluvio, che riguarda l’uomo e ogni essere vivente; l’alleanza con Abramo dopo l’offerta del figlio Isacco in sacrificio, con la promessa di una numerosa discendenza; l’alleanza con il popolo eletto ai piedi del Sinai con il dono della Legge attraverso Mosè; le vicende di infedeltà del popolo e di paziente opera di recupero e di riconciliazione da parte di Dio (esilio babilonese e ritorno a Gerusalemme); e infine l’annuncio profetico (Ger 31) di un’alleanza nuova ed eterna con una legge scritta nel cuore dell’uomo. Lo sviluppo delle letture domenicali del Vangelo e dell’Apostolo dell’Anno B costituisce nel suo complesso un itinerario verso la Pasqua di Gesù, vista soprattutto sul versante della Croce, croce di sofferenza ma anche di salvezza e di gloria (prospettiva giovannea, vangeli delle ultime tre domeniche).
- I Domenica: domenica della tentazione. È una introduzione generale al tempo quaresimale; prospetta la lotta che l’uomo deve affrontare per superare la tentazione ed attuare la propria conversione (vangelo), iniziata con il battesimo raffigurato dal diluvio (1ª e 2ª lettura), da cui sorge un’umanità nuova.
- II Domenica: domenica (di Abramo e) della trasfigurazione. La risurrezione dai morti è il traguardo dell’umanità nuova (vangelo), per la quale Dio non risparmia il suo Figlio (1ª lettura) come non l’ha risparmiato Abramo che «riebbe (vivo) Isacco, e fu come un simbolo» (Eb 11,19). La strada per arrivare alla gloria è la croce (2ª lettura e vangelo).
- III Domenica:Cristo crocifisso è «potenza di Dio e sapienza di Dio» (2ª lettura), è il tempio distrutto dal rifiuto dell’uomo che viene «fatto risorgere in tre gioni» (vangelo). La purificazione messianica del tempio si compie attraverso la croce, che segna l’inizio di una nuova Pasqua (non più la «pasqua dei giudei») ed instaura il nuovo culto in Spirito e Verità. L’antico Tempio, simbolo quasi della Legge antica (1ª lettura), è soltanto figura di nuovi e straordinari compimenti che si comprendono solo alla luce della Scrittura e della «parola detta da Gesù» (vangelo).
- IV Domenica:la misericordia di Dio, già sperimentata nell’AT (1ª lettura) ha la sua massima manifestazione nel Figlio dell’uomo, innalzato sulla croce (vangelo). E questo amore sconfinato pone l’uomo davanti alla scelta fondamentale: luce e grazia oppure tenebre e peccato. La misericordia provoca anche al discernimento e questo determina progressivamente ma ineluttabilmente un giudizio: se fosse di condanna, ciò non si può imputare a Dio ma solo all’ostinazione dell’uomo (vangelo).
- V Domenica: la fecondità della vita passa attraverso la morte (vangelo: immagine del «chicco di grano»). L’“ora” di Gesù (passione-gloria) è ormai vicina: per la sua obbedienza filiale, egli vede esaudita la sua preghiera (2ª lettura) e riceve forza di «gustare la morte» (Eb 2,9), spodestare dal suo dominio «il principe di questo mondo», ottenere e comunicare liberazione dalla morte e salvezza eterna (vangelo e 2ª lettura).
Nota: Dove necessità pastorali lo suggeriscano, o siano presenti catecumeni adulti o ragazzi che si preparano a ricevere i sacramenti della Iniziazione Cristiana, è consentito sempre nelle domeniche di Quaresima utilizzare il ciclo A delle letture.
B) Ciclo feriale
Come è noto, nella tradizione liturgica romana, dal mercoledì delle Ceneri a tutta la 3ª settimana, letture e preghiere sviluppano i temi contenuti nell’annuncio iniziale: «Convertitevi e credete al Vangelo», attraverso i gesti concreti del digiuno, della preghiera e della carità (quaresima «matteana» o «sinottica»). È la condizione per potersi fare ogni giorno discepoli di Cristo: prendere la propria
croce e seguirlo (giovedì dopo le Ceneri). Il digiuno è celebrazione nella vita della sua passione più che esercizio ascetico imposto da una legge (venerdì dopo le Ceneri). Preghiera e carità nelle loro varie espressioni ed esigenze, spirito di servizio e di umiltà, cuore aperto ed accogliente, perdono, fedeltà alla parola di Dio e costanza nella lotta contro il Maligno, ecc. costituiscono la proposta quotidiana, organica ed essenziale, con l’analisi anche di situazioni ed atteggiamenti devianti, dell’insegnamento di Gesù lungo queste settimane.
Finché nella 4ª e 5ª settimana, sotto la guida di Giovanni (quaresima «giovannea»), l’attenzione è rivolta direttamente alla persona di Gesù che cammina verso la Passione redentrice e gloriosa, tra il rifiuto del suo popolo e la fede crescente dei veri discepoli. Sono l’identità della sua persona e della sua missione e il significato della sua morte sulla croce che vengono progressivamente svelandosi e sostengono il cammino della Chiesa verso la Pasqua: per il discepolo la contemplazione del Maestro diventa la strada obbligata per l’assimilazione e la partecipazione alla sua vita divina.
Il digiuno e l’astinenza
Le seguenti disposizioni normative trovano la loro ispirazione e forza nel canone 1249 del Codice di diritto canonico: «Per legge divina, tutti i fedeli sono tenuti a fare penitenza, ciascuno a proprio modo; ma perché tutti siano tra loro uniti da una comune osservanza della penitenza, vengono stabiliti dei giorni penitenziali in cui i fedeli attendano in modo speciale alla preghiera, facciano opere di pietà e di carità, sacrifi chino se stessi compiendo più fedelmente i propri doveri e soprattutto osservando il digiuno e l’astinenza». Queste disposizioni normative sono la determinazione della disciplina penitenziale della Chiesa universale, che i canoni 1251 e 1253 del Codice di diritto canonico affi dano alle Conferenze Episcopali.
1) La legge del digiuno «obbliga a fare un unico pasto durante la giornata, ma non proibisce di prendere un po’ di cibo al mattino e alla sera, attenendosi, per la quantità e la qualità, alle consuetudini locali approvate».
2) La legge dell’astinenza proibisce l’uso delle carni, come pure dei cibi e delle bevande che, ad un prudente giudizio, sono da considerarsi come particolarmente ricercati e costosi.
3) Il digiuno e l’astinenza, nel senso sopra precisato, devono essere osservati il Mercoledì delle Ceneri (o il primo venerdì di Quaresima per il rito ambrosiano) e il Venerdì della Passione e Morte del Signore Nostro Gesù Cristo; sono consigliati il Sabato Santo sino alla Veglia pasquale.
4) L’astinenza deve essere osservata in tutti e singoli i venerdì di Quaresima, a meno che coincidano con un giorno annoverato tra le solennità (come il 19 o il 25 marzo). In tutti gli altri venerdì dell’anno, a meno che coincidano con un giorno annoverato tra le solennità, si deve osservare l’astinenza nel senso detto oppure si deve compiere qualche altra opera di penitenza, di preghiera, di carità.
5) Alla legge del digiuno sono tenuti tutti i maggiorenni fi no al 60° anno iniziato; alla legge dell’astinenza coloro che hanno compiuto il 14° anno di età.
6) Dall’osservanza dell’obbligo della legge del digiuno e dell’astinenza può scusare una ragione giusta, come ad esempio la salute. Inoltre, «il parroco, per una giusta causa e conforme alle disposizioni del Vescovo diocesano, può concedere la dispensa dall’obbligo di osservare il giorno (…) di penitenza, oppure commutarlo in altre opere pie; lo stesso può anche il Superiore di un istituto religioso o di una società di vita apostolica, se sono clericali di diritto pontifi cio, relativamente ai propri sudditi e agli altri che vivono giorno e notte nella loro casa».
Note rituali
1. Liturgia delle Ore:
a) Dopo il Deus in adiutorium, non si dice Alleluia.
b) Dopo le antifone e ovunque si trova, l’Alleluia si omette.
c) Se ricorre una memoria, se ne può fare la commemorazione alle Lodi e ai Vespri, recitando l’antifona e l’orazione, dopo l’orazione della feria (questa si dice senza la sua conclusione); all’Ufficio delle Letture, leggendo la lettura agiografica col suo responsorio dopo la II lettura della feria.
2. Messa:
a) Nelle Messe domenicali del tempo non si dice il Gloria, mentre si dice nelle solennità e nelle feste. Si tralascia sempre l’Alleluia.
b) Se ricorre la memoria di un Santo se ne può fare la commemorazione sostituendo la colletta della feria con quella propria del Santo. Le altre parti dell’eucologia e le Letture sono quelle della feria.
c) Sono proibite le Messe «per varie necessità» e «votive», se non per motivo pastorale grave e con il permesso dell’Ordinario.
3. Non è permesso il suono dell’organo e di altri strumenti musicali, se non per sostenere il canto, eccettuate la 4ª domenica di quaresima, le solennità e le feste. A significare l’austerità di questo tempo, è proibito ornare gli altari con fiori (CE 252).
4. Nella celebrazione dei matrimoni si deve impartire la benedizione nuziale. Il rito tuttavia si attenga alla sobrietà esteriore, dovuta alla particolare natura del tempo liturgico, e ad essa vengano pure invitati gli sposi e i fedeli presenti.