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Comunicati 2020

Festa dei patroni: fede importante per la convivenza fondata sui valori

Nel duomo di Bressanone il vescovo Ivo Muser ha celebrato oggi (26 aprile) la festa dei patroni diocesani san Cassiano e san Vigilio. Causa emergenza virus, è stata una messa a porte chiuse e senza la tradizionale processione in città, come non accadeva dal 1945. Cassiano e Vigilio simboleggiano la storia della fede nella nostra terra, ha detto il vescovo, “e adesso tocca a noi: oggi la trasmissione della fede è affidata alla nostra responsabilità. Trasmettere la fede significa rendere un servizio alla convivenza fondata sui valori.“

La festa dei patroni diocesani san Cassiano e san Vigilio, che si celebra a Bressanone da oltre 300 anni, ha conosciuto quest’anno uno svolgimento completamente diverso, imposto dall’emergenza sanitaria: senza i fedeli alla messa pontificale del vescovo Ivo Muser nel duomo di Bressanone, senza la tradizionale processione con le sante reliquie lungo le strade della città, senza la benedizione finale in piazza Duomo. L’ultima volta senza processione era stato nel 1945, a fine guerra.

Cassiano e Vigilio simboleggiano la storia della fede nella nostra terra, ha ricordato in duomo monsignor Muser, e celebrarli come nostri patroni diocesani “significa riflettere su come sarebbero la nostra vita e la società senza conoscere Gesù e il suo messaggio.“ Celebrare Cassiano e Vigilio significa anche ringraziare chi ha portato, praticato e tramandato nei secoli la fede nella nostra terra, ma significa anche un’altra cosa, secondo il vescovo: “Che adesso tocca a noi. Oggi la trasmissione della fede è affidata alla nostra responsabilità.“ In tempi in cui la religione deve fare i conti anche con il distacco e la superficialità, “spesso serve il coraggio civile per far diventare i valori del Vangelo principi ispiratori della nostra vita concreta e della società“, ha sottolineato Muser, perchè “la trasmissione della fede rende un servizio alla convivenza fondata sui valori.“

In questi giorni la comunità dei fedeli attende il ripristino delle celebrazioni pubbliche, ha ricordato il vescovo, “perchè la fede ha bisogno anche della comunità fisica dei credenti, anche se la pratica cristiana non finisce con l’assemblea del popolo di Dio in chiesa.“ Ma chiese aperte e tante messe da sole non bastano, “se manca la fede nella presenza del Risorto attraverso la sua parola e i suoi sacramenti“, ha concluso monsignor Muser.

Al termine della celebrazione, il vescovo ha impartito la benedizione apostolica con indulgenza plenaria ai presenti e a tutti coloro che hanno seguito la messa attraverso la radio e in streaming sui social. Secondo il Rituale romano, nella sua Diocesi ogni vescovo ha la facoltà di impartire la benedizione apostolica con annessa indulgenza plenaria tre volte l’anno nelle festività solenni di sua scelta.