Ogni anno nel periodo di Avvento il vescovo Muser visita il Servizio hospice e cure palliative nel padiglione W dell'ospedale di Bolzano e celebra una funzione con i malati, i medici, il personale infermieristico, gli assistenti spirituali e i volontari. Quest’anno, come già nel 2020, il Covid ha imposto l’annullamento della celebrazione, ma monsignor Muser ha voluto portare il suo saluto e incoraggiamento ai pazienti nelle loro stanze e si è intrattenuto con il personale del Servizio guidato dal primario Massimo Bernardo, con i familiari e con i volontari dell’Associazione Il papavero-Der Mohn.
La pandemia ha richiesto un impegno straordinario al sistema sanitario e il vescovo ha ringraziato tutti coloro che lavorano nel settore: "Grazie a quanti stanno facendo grandi cose negli ospedali, nelle strutture di assistenza e nelle case di riposo in questi mesi difficili, testimoniando che ogni vita merita di essere tutelata, aiutata e accompagnata".
La pandemia, secondo il vescovo, mostra inesorabilmente cosa succede “quando si perde la rete di vicinanza umana nella malattia e nel lutto: i malati e i moribondi non hanno potuto e non possono ricevere visite, o solo in misura molto limitata.“ Proprio questa esperienza, così monsignor Muser, “ci dice che oggi più che mai c'è bisogno di persone che non abbiano paura del contatto con chi soffre, che sappiano trasmettere vicinanza umana e mostrino così che tutti hanno dignità e valore, nonostante le fragilità e infermità.“