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Comunicati 2019

Maria von Moerl - sabato si conclude a Caldaro il processo diocesano di beatificazione

Sabato prossimo, 12 gennaio, in occasione del 151° anniversario della morte, si conclude a Caldaro il processo diocesano di beatificazione di Maria von Mörl (1812-1868). Al termine della messa, che il vescovo Ivo Muser presiederà alle 18 nella chiesa parrocchiale, verrà data lettura del verbale e verranno apposti i sigilli sui documenti che saranno portati a Roma alla Congregazione delle cause dei santi.

Nuova tappa nel cammino verso la beatificazione della serva di Dio Maria von Mörl. Sabato prossimo, 12 gennaio, si concluderà a Caldaro, alla presenza del vescovo Ivo Muser, il processo diocesano per la beatificazione della “mistica stigmatizzata di Caldaro”, che lo stesso vescovo Muser aveva aperto, il 1° luglio 2016, con una cerimonia nel convento dei Francescani a Bolzano. Al termine della messa, che mons. Muser presiederà alle 18 nella chiesa parrocchiale di Caldaro in occasione del 151° anniversario della morte della serva di Dio, verrà data lettura del verbale e saranno apposti i sigilli sui documenti che il postulatore della causa, Andrea Ambrosi, porterà alla Congregazione delle cause dei santi a Roma. Oltre al vescovo e al decano di Caldaro, don Alexander Raich, saranno presenti il delegato episcopale, p. Gottfried Egger ofm, il promotore di giustizia p. Heinz-Meinholz Stamm ofm, il notaio Günther Morandell, il postulatore Andrea Ambrosi e il cancelliere della Curia Leo Haas.
“Sono sempre più convinto – afferma don Alexander Raich, decano di Caldaro – che Maria von Mörl sia stata una grande donna di preghiera, che aveva in particolare un grande amore per l’Eucaristia. Santi e beati hanno messo la loro vita al servizio di Dio. Siamo noi, oggi, ad essere chiamati a portare avanti la fede cristiana. Affrontiamo con onestà e fiducia il nostro cammino di fede, e preghiamo che Maria von Mörl, in quanto beata, interceda per noi nella grande schiera dei santi”.

Quella di sabato prossimo è solo una tappa di un cammino iniziato più di dieci anni fa. “Un processo di beatificazione richiede molto tempo e bisogna avere molta pazienza – spiega il promotore di giustizia nel processo diocesano, il francescano fr. Heinz-Meinolf Stamm –. Qualora la Congregazione delle cause dei santi a Roma dovesse riconoscere la virtù eroica della serva di Dio Maria von Mörl, ad essa verrà assegnato un nuovo titolo, ovvero ‘serva di Dio degna di venerazione’. Ai fini della beatificazione sarà quindi necessario condurre un processo per il riconoscimento di un presunto miracolo avvenuto per sua intercessione. Questi due processi, condotti dalla Chiesa, hanno lo scopo di verificare se la venerazione ufficiale della serva di Dio Maria von Mörl sia in armonia con la fede cattolica”. Fr. Stamm sottolinea l’intensità con cui la “mistica di Caldaro” sia ancora oggi venerata in Oltradige e non solo. “La maggior parte dei santi sono ‘santi locali’ – afferma –, ovvero sono conosciuti solo nella zona in cui hanno vissuto e operato e sono venerati con grande intensità. Per questo il processo di beatificazione di Maria von Mörl è molto importante per la diocesi di Bolzano-Bressanone”.

A sostegno della causa di beatificazione, nel 2006 è stata fondata l’associazione “Maria von Mörl Kreis”. “Invitiamo tutti a sostenere questa causa, in primo luogo con la preghiera – afferma Arnold von Stefenelli, moderatore dell’associazione –. Ogni venerdì il nostro gruppo organizza un incontro di preghiera dalle 16 alle 17, in estate nella chiesa delle suore terziarie di Caldaro e in inverno nella cappella del convento, mentre ogni primo venerdì del mese viene esposto il Santissimo Sacramento”.

Maria von Mörl (1812-1868)
Secondogenita di dieci figli, Maria von Mörl viene alla luce il 16 ottobre 1812 a Caldaro, e in quello stesso giorno viene battezzata con il nome di Maria Catharina Barbara. Stando al registro dell’anagrafe, il padre apparteneva a una famiglia nobile, mentre la madre era di estrazione borghese. Dalla sua biografia emerge che, fin dall’età di 5 anni, era cagionevole di salute. Dopo aver frequentato le scuole dell’obbligo a Caldaro, viene mandata a Cles per imparare l’italiano. In val di Non vi rimane, però, solo un anno. È costretta, infatti, a far ritorno a Caldaro, per la morte della madre, che perde la vita tre mesi dopo la nascita della sua nona figlia. A Maria viene affidato il compito di portare avanti la famiglia e prendersi cura del fratello e delle sue otto sorelle. Sul finire del 1830 una grave malattia segna tutto il resto della sua esistenza. Dolori e sofferenze l’accompagneranno, infatti, fino alla morte. Nel 1849 muore anche il padre e la giovane riceve una modesta eredità, con la quale finanzia la costruzione di una nuova ala del convento delle suore francescane. Dona anche il terreno dove oggi sorge il cimitero di Caldaro.
Vicina fin dai primi anni di vita alla spiritualità francescana, sceglie p. Johannes Kapistran Soyer come confessore e padre spirituale. Un compito che il francescano porta avanti fino alla sua morte, nel 1865. All’età di 18 anni, grazie al suo padre spirituale, Maria entra a far parte nell’Ordine francescano secolare.
Il 2 febbraio 1831, festa della presentazione di Gesù al tempio, dopo aver ricevuto la comunione dal suo padre spirituale, Maria ha una “visione estatica”. Un fenomeno che – come ricordano le cronache – si ripete fino agli ultimi giorni della sua vita e che attira a Caldaro decine di migliaia di persone, desiderose di incontrare la “mistica di Caldaro”. Gli annali raccontano che solo tra la fine di luglio a metà settembre 1833 giunsero per lei a Caldaro da 40 a 50mila pellegrini.
Nel 1834 Maria von Mörl riceve le stimmate su mani e piedi, proprio come era accaduto anche a s. Francesco d’Assisi. Nel 1841 Maria lascia la casa natale e si trasferisce nel convento delle terziarie francescane, dove muore la notte dell’11 gennaio 1868.
Per tutta la sua vita, Maria von Mörl ha avuto un grande amore per l’Eucaristia. Nella sua breve biografia (di cui non si conosce il nome dell’autore ma si sa che era nato nel 1837), si legge, tra l’altro: “Il segreto dell’altare è rimarrà sempre il magnete principale che attira la buona Maria. Vede Cristo in questo mistero tra le immagini viventi, sia quando essa stesso lo riceve (s’intende la comunione) che quando viene esposto per essere adorato. (…) In questo sacramento Maria trova gioia e beatitudine. (…) Indescrivibile è l’allegria del suo volto quando questo sacramento è esposto per l’adorazione, che dura da dieci fino a quaranta ore”.
“Maria von Mörl – sottolinea p. Gottfried Egger – aveva un grande amore per il sacramento dell’altare. Non è certo un caso che il principe vescovo di Trento le abbia addirittura permesso di ricevere il Corpo del Signore due volte alla settimana. Questo fu un grande privilegio per quei tempi, in cui non ci si accostava regolarmente alla comunione”.