Sacerdoti e diaconi della diocesi hanno partecipato a Bressanone alla Messa del Crisma che era stata rinviata il Giovedì Santo. Nel rispetto delle misure di sicurezza anti-Covid, la capienza del duomo è stata limitata a 120 posti. Hanno concelebrato il vicario generale Eugen Runggaldier (rappresentante del clero diocesano) e l’abate di Novacella Eduard Fischnaller in rappresentanza degli istituti religiosi. Nella sua omelia il vescovo Ivo Muser ha ricordato la figura del parroco tirolese Otto Neururer, ucciso dai nazisti nel campo di concentramento di Buchenwald esattamente 80 anni fa, il 30 maggio 1940. Otto Neururer visse a lungo a Bressanone: studi al Vinzentinum dal 1895 al 1903, poi quattro anni nel Seminario maggiore e nel 1907 l’ordinazione sacerdotale nel duomo di Bressanone. Il 24 novembre 1996 è stato proclamato beato da papa Giovanni Paolo II.
Il vescovo lo ha indicato tra le figure-simbolo “che davanti alla situazione in cui vivono e alle sfide del loro tempo sanno seguire le orme di Gesù e del suo Vangelo.“ Nell’affrontare un sistema disumano, ha detto Muser, “don Neururer sapeva che vi era qualcosa di più terribile della perdita della propria vita: la perdita della propria dignità, della propria convinzione di fede e quindi della propria anima. Essere cristiano significa anche andare controcorrente e dire sempre no a progetti di vita, comportamenti e ideologie che sono contrari al Vangelo e agli insegnamenti della Chiesa.“
Rivolgendosi a sacerdoti e diaconi presenti, il vescovo si è soffermato anche sulla crisi da Covid: “Nel tempo difficile che abbiamo vissuto e stiamo ancora vivendo, lo Spirito del Signore è presente nel vostro ministero e vi ha accompagnato negli sforzi compiuti per non lasciare soli i fedeli. Vi diciamo grazie per il vostro impegno pastorale e la vostra vicinanza non solo effettiva ma anche affettiva. Avete portato conforto soprattutto ai malati, a chi è solo, alle famiglie che hanno pianto i propri defunti, a chi ha lavorato giorno e notte contro la pandemia.“ Monsignor Muser ha ricordato che “la Messa Crismale è il momento che segna idealmente un nuovo inizio della vita ecclesiale: ci auguriamo allora che questo rito sia non solo segno della nostra comunione sacerdotale, ma anche di un cammino diverso – più responsabile e più consapevole – della nostra comunità“ uscita dall’esperienza virus.
Al termine della celebrazione gli olii sono stati ritirati dai presbiteri per fare ingresso nelle singole parrocchie nella domenica di Pentecoste.