Nel giorno dedicato a san Luca patrono degli artisti, ieri sera a Chiusa il vescovo Ivo Muser ha incontrato operatori culturali e artisti locali. Ricordando affinità e differenze, il vescovo ha invitato arte e Chiesa a dialogare e a imparare a vicenda.
Come motto dell’incontro il vescovo Muser ha scelto “L’arte comunica l’incomunicabile“, una citazione da Johann Wolfgang von Goethe, “perchè vedo in questo motto – ha detto Muser - un denominatore comune, che vale in ugual misura per l‘arte come per la fede e la religione. Anche l‘arte punta a mostrare - dietro a tutto ciò che è visibile - un’altra realtà, più profonda, non descrivibile e non afferrabile.“ Nella chiesa dei Cappuccini a Chiusa Il vescovo ha ricordato che “l’arte ha proprie esigenze, proprie verità che non coincidono con quelle della Chiesa. L’arte vuole rivelare, urtare, provocare o spiegare, vuole anticipare i tempi, indicare criteri propri. La Chiesa invece oggi viene spesso vista come macchinosa, faticosa e conservatrice. Il fossato che le separa pare insuperabile.“
Quando Chiesa e arte si incontrano, si verificano spesso divergenze di opinione, contrasti e persino dissidi: qui monsignor Muser ha citato la disputa delle caricature in Francia, la rana crocifissa di Kippenberger o l’esposizione di quest’anno a Certosa in val Senales. “In nessun contesto l’arte suscita tanta resistenza, e per contro tanta attenzione, come in quello religioso – ha osservato Muser – però sono convinto che proprio là dove sorgono tensioni e attriti può svilupparsi un terreno fertile. Ma sempre a condizione che da entrambe le parti non si tiri troppo la corda, a condizione che il dialogo non sia negato ma sia invece cercato e voluto.“
Secondo il vescovo “la Chiesa ha bisogno dell’arte nelle sue ampie sfaccettature, perchè deve affrontare le tematiche del tempo, deve aprirsi al nuovo e all’innovativo. E per contro l’arte ha bisogno della Chiesa, perchè un’arte senza un sistema di valori, un’arte senza capacità di immedesimarsi, un’arte senza rispetto per i sentimenti delle persone a lungo andare non funziona. Deve aiutare gli uomini a vivere, come deve fare la religione. A noi essere umani serve qualcosa di più che non solo le cose evidenti, la funzionalità, i beni materiali, ciò che possiamo possedere e consumare. Abbiamo bisogno di più, perchè noi siamo qualcosa di più.“ L‘augurio finale di Muser: che arte e Chiesa possano dialogare e imparare a vicenda. “Perciò mi stava molto a cuore questo nostro incontro, che vorrei si ripetesse regolarmente il 18 ottobre, festa di san Luca patrono degli artisti.“
È poi seguito l’intervento di don Gianmatteo Caputo (architetto, incaricato del Triveneto per i beni culturali ecclesiastici) sulla bellezza che illumina: ha ricordato che l’arte cristiana cerca il bello, “in un tentativo di avvicinarsi a Dio, di cercare affinità con la creazione.” Infine il contributo di Jürgen Lenssen, sacerdote e direttore della Fondazione degli artisti della diocesi di Würzburg, sul rapporto tra Chiesa e arte. Due relazioni accompagnate da immagini ed esempi di bellezza che unisce arte e sacro.
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