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Comunicati 2020

Muser per la Festa della mamma: grazie a tutte le donne

La Festa della mamma “non è un rituale inevitabile che si ripete ogni anno, è una dichiarazione di ció che le donne e le mamme significano e fanno ogni giorno per noi. Non solo le donne che sono diventate madri, ma tutte le donne senza le quali le nostre famiglie e case, la nostra convivenza, la nostra società e la nostra Chiesa non potrebbero esistere“: è un passaggio dell’omelia pronunciata oggi (10 maggio), nella giornata dedicata alla mamma, dal vescovo Ivo Muser nella celebrazione in duomo a Bolzano.

Sul ruolo e sulla presenza della mamma, nel giorno della festa a lei dedicata, si è soffermato il vescovo Ivo Muser nella celebrazione di questa domenica (10 maggio) nel duomo di Bolzano ancora a porte chiuse e trasmessa in streaming e radio. “Diventare madre riguarda la vita della donna in un modo straordinario. È una vocazione che racchiude molto più di un semplice prendersi cura“, ha detto il vescovo parlando di legame profondissimo e di impegno duraturo fatto per amore: “Nessuno è più vicino della mamma al mistero, al divenire e allo sviluppo della vita“, ha detto monsignor Muser.

Padri e uomini sono importanti per il loro ruolo nella società, ha aggiunto il vescovo, “e giustamente oggi si ricordano spesso le conseguenze negative quando essi mancano o quando non possono o non vogliono assumersi la loro responsabilità. Ma le madri e le donne sono ancora più importanti e ci influenzano profondamente.“ E qui il vescovo ha citato il teologo Hans Urs von Balthasar, che sul rapporto fra Pietro e Maria e quindi anche sul rapporto fra uomo e donna nella Chiesa ha detto: “Maria possiede qualcos’altro e qualcosa di più.“

Pertanto la Festa della mamma, secondo Muser, “non è un rituale inevitabile che si ripete ogni anno. La considero invece una dichiarazione di ció che le donne e le mamme significano e fanno ogni giorno per noi. Non solo le donne che sono anche diventate madri, ma tutte le donne senza le quali le nostre famiglie e case, la nostra convivenza umana, la nostra società e non ultima la nostra Chiesa non potrebbero esistere e sopravvivere.“ Dopo la celebrazione il vescovo ha acceso una candela nella Cappella delle grazie all’interno del duomo in onore di Maria, la madre più conosciuta, e in segno di gratitudine “per tutte le nostre mamme, che ci stanno ancora accompagnando o che vegliano su di noi dall’altra parte della vita.“ Questa candela accesa, ha concluso il vescovo, “possa accompagnare anche tutte le vittime del coronavirus e i loro familiari che le piangono.“