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GIORNATA MONDIALE DI PREGHIERA E RIFLESSIONE CONTRO LA TRATTA

L’8 febbraio la Chiesa cattolica ricorda la prima santa sudanese, Bakhita, rapita ancora bambina e venduta più volte come schiava. Venuta in Italia, si consacrò a Dio come suora canossiana. Fu soprannominata “Madre Moretta” per il colore della sua pelle. Morì a Schio, in provincia di Vicenza, dove sono custodite le sue spoglie ed è possibile visitare un museo a lei dedicato. Per le sofferenze inaudite vissute da Santa Giuseppina Bakhita e il suo speciale cammino di fede, Papa Francesco ha scelto la data dell’8 Febbraio (su proposta di un gruppetto di religiose impegnate contro la “tratta” ai fini di prostituzione) per istituire la GIORNATA MONDIALE DI PREGHIERA E RIFLESSIONE CONTRO LA TRATTA DI ESSERI UMANI.

 

8 febbraio 2022

Quest'anno non ci sarà il Convegno che ha caratterizzato gli anni scorsi.  Per la "preghiera contro la tratta" i testi in varie lingue sono disponibili al link preghieracontrotratta.org

"Stop alla Tratta"

C’è chi pensa di sconfiggere i trafficanti di persone chiudendo - alle navi soccorritrici di nàufraghi - tutti i porti del nostro “Bel Paese”che per tre quarti si allunga nel Mediterraneo. C’è chi è convinto che scafisti e trafficanti siano le stesse persone. E c’è chi pensa che, tolti di mezzo i “caporali” (che scelgono chi andrà nelle campagne, nelle vigne e nei frutteti, esigendo una buona percentuale della già misera paga) si possa sconfiggere definitivamente lo sfruttamento lavorativo e la riduzione in schiavitù, che invece sono opera delle grandi organizzazioni di stampo mafioso. C’è chi – a più di 60 anni dalla Dichiarazione Universale dei Diritti del Fanciullo (1959) - continua imperterrito a costringere a lavorare milioni di bambini e di ragazzi minorenni, anche nelle miniere o in giacimenti minerari di difficile accesso agli adulti, o a sfruttare giovanissime ragazze nella ‘prostituzione’ sulle strade e in appartamenti, esponendo gli uni e le altre a gravi rischi per la salute fisica e mentale. E che dire delle terribili condizioni dei bambini soldato (anche bambine!) e di quelli costretti a “farsi esplodere” per provocare attentati terroristici?  Non manca al vergognoso elenco lo sfruttamento dell’ “utero”… per una vera e propria ‘vendita illegale’ dei bambini che nasceranno. O la mutilazione del corpo di poveri –spesso ignari di ciò che verrà loro fatto - per l’espianto e la vendita di organi…

“Stop alla Tratta”: una “parola d’ordine”, una convinzione che dovrebbe crescere e maturare in ogni coscienza, ad ogni età, in ogni strato della società, in ogni nazione, in tutto il mondo.

Paola Vismara