Sono circa 400 i membri che formano l’Associazione diocesana dei sacrestani “ma di fatto sono molti di più i sacrestani e le sacrestane che svolgono il loro servizio nelle parrocchie”, ha detto il presidente dell’Associazione dei sacrestani, Richard Peer. Al centro della giornata, oltre il momento di grande festa dei 50 anni dell’Associazione, è stato sottolineata la profonda gratitudine per il prezioso servizio dei sacrestani.
„È importante che i sacrestani non tralascino di tenere aperta la porta alla preghiera“, ha detto don Michael Horrer, assistente spirituale dell’Associazione dei sacrestani. Nel giorno del 50° anniversario della loro Associazione ha augurato una buona collaborazione all’interno dell’Associazione stessa, tra i sacrestani e i sacerdoti e nell’ambito delle Unità pastorali.
Nell’omelia che il vescovo Ivo Muser ha tenuto durante la celebrazione nel duomo di Bressanone, ha chiesto che il Signore continui a chiamare uomini e donne che sappiano coinvolgersi in maniera positiva nel loro servizio e che "si impegnino a mantenere accesa la luce eterna della Chiesa nelle comunità parrocchiali in cui operano”.
Durante la festa presso il Seminario Maggiore il presidente dell’Associazione, Richard Peer, ha ringraziato i sacrestani e le sacrestane che svolgono il loro servizio, alcuni addirittura da qualche decennio. Mons. Muser ha ricordato le parole pronunciate dal vescovo Gargitter nel giorno della fondazione dell’Associazione, il 3 febbraio 1966: “Sacrestani impegnatevi affinché il vostro servizio sia svolto in un’ottica di fede e svolgete il vostro servizio come se steste servendo Cristo.” Il vescovo Muser ha fatto suo questo pensiero e ha raccontato un episodio personale accadutogli all’età di 10 anni: svolgendo il suo servizio di ministrante, chiese al sacrestano perché egli si inginocchiasse così tante volte: “Lo faccio - gli rispose - perché io stesso mi ricordi che Lui è qui.” In occasione della festività per i 50 anni si è tenuta anche una relazione di Walther H. Juen, assistente spirituale dell’Associazione dei sacrestani austriaci, che aveva come titolo: “Sacrestano oggi – si, ma come?” “Cari sacrestani e sacrestane, arriva il tempo o forse è già giunto, in cui voi sarete i primi e talvolta forse anche gli unici con cui le persone possono parlare in parrocchia. Il vostro orecchio che ascolta è un segno dell’accoglienza in un luogo che indica la presenza e la sosta di Dio e il luogo di rifugio per le persone con l’anima tormentata”, ha detto Jeun.
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