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Comunicati 2012

Apertura dell'inchiesta sul presunto miracolo alla signora Irene Zanfino, per intercessione di Sorella Lucia Ripamonti

Oggi, il vescovo diocesano Ivo Muser ha aperto l’inchiesta sul presunto miracolo ottenuto da Dio, tramite l’intercessione della Serva di Dio Sorella Lucia Ripamonti, Ancella della Carità di Brescia. La causa di beatificazione di Lucia Ripamonti è stata avviata nel 1993 nella Diocesi di Brescia e nel 1999 è stata accolta dalla Congregazione per le cause dei santi. Attualmente l’intera documentazione viene esaminata da una commissione di teologi. Dato che la condizione necessaria per una causa di beatificazione è il riconoscimento di un miracolo, ora il tribunale diocesano dovrà verificare l’inaspettata guarigione di Irene Zanfino di Merano. In questi processi vengono esaminati due aspetti fondamentali: la guarigione completa e duratura che secondo la medicina di allora non si poteva spiegare e il rapporto della persona interessata o dei suoi familiari con Sorella Lucia Ripamonti che deve essere proclamata beata.Il vescovo Muser ha incaricato le seguenti persone per esaminare tale causa: P. dott. Alois Hillebrand in qualità di delegato vescovile, dott. Josef Torggler in qualità di promotore di giustizia, inoltre fanno parte della commissione Sonia Veronese come notaio e archivista, dott. Fabrizio Fontanella come perito medico e Daniela Petrera come copista. Miracolosa guarigione?La guarigione avvenuta riguarda la signora Irene Zanfino in Stefanini, oggi infermiera professionale, madre di tre figli.La signora Irene, vittima di un gravissimo incidente stradale ancora bambina, trasportata in ospedale con una diagnosi e prognosi infausta non aveva speranza umana di ripresa. L’intervento tempestivo del dott. Toffol che le ha praticato il massaggio cardiaco ha fatto sì che potesse riprendere a respirare, ma clinicamente era già morta.Irene ricoverata al vecchio ospedale di Bolzano il 26 aprile 1967, è stata dimessa completamente guarita il 25 maggio successivo. La diagnosi gravissima del prof. Cuno Steger e degli altri medici, come documenta la cartella clinica, tenendo conto che le terapie del tempo non erano quelle di oggi, afferma che il primario ha fatto quanto poteva con grande onestà e competenza. Nella lettera di dimissione della paziente, diretta al medico dei nonni ha scritto “invio la piccola completamente risuscitata”.Oggi, il prof. Alberto Cuno Steger, è stato presente a testimoniare con altri medici, dopo aver riconfermato che l’esito dell’incidente era infausto e che se la bimba si fosse ripresa, sarebbe rimasta paralizzata e cieca.Questo non è avvenuto, grazie all’intensa preghiera delle religiose, dei genitori, dei parenti, dei nonni disperati davanti alla piccola che non dava segni di vita. Irene, precisamente nella notte della festa del Corpus Domini 1967, ha aperto gli occhi. La lettera del nonno, Elio Girardi, inviata all’Istituto Ancelle della Carità di Brescia, presentata allo studio del Tribunale Ecclesiastico, dichiara che le preghiere fatte per la guarigione della nipotina sono state rivolte a Sorella Lucia Ripamonti e alla Madonna. Maria Ripamonti (1909-1954)Maria Ripamonti di Acquate/Lecco è appartenuta a una famiglia onesta povera e numerosa. È cresciuta spiritualmente alla scuola del suo parroco don Giovanni Piatti che l’ha seguita come un padre, facendo sue le direttive dell’Associazione Azione Cattolica: preghiera, lavoro, meditazione, sacrificio. Maria si è lasciata plasmare da Cristo adorato nell’Eucaristia e servito, con semplicità nella sua famiglia, in parrocchia, in oratorio, specie tra le persone disagiate, irradiando con rara modestia e il suo incantevole sorriso, una tenera devozione alla Madonna di Lourdes che invocava, presso la sua grotta, con il rosario.La sua scelta vocazionale è stata sofferta e non condivisa, ma, entrata a far parte dell’Istituto Ancelle della Carità il 15 ottobre 1932, si è distinta nel gruppo delle giovani per la sua tensione verso Dio, la sua profonda spiritualità, semplicità, rettitudine e il suo spirito di servizio.Dopo il periodo di formazione, specie del noviziato, in preparazione ai voti religiosi, le è stato assegnato il compito di accogliere e servire i sacerdoti nella foresteria di Casa Madre a Brescia, durante i ritiri e le giornate di spiritualità e si è prestata con generosità nelle incombenze più umili di casa, apostolato che ha svolto con delicatezza e generosità fino all’improvvisa malattia che l’ha stroncata a soli quarantacinque anni.Alla sua morte si è diffusa la fama di santità che già godeva in vita, in Italia e nei vari continenti dove le Ancelle sono presenti nel mondo: Europa, America Latina, Africa.