Care sorelle e fratelli della nostra diocesi di Bolzano-Bressanone! Non c'è vita senza mutamento. Noi cambiamo continuamente: dall'embrione al neonato, dal bambino al giovane. Neanche l'età adulta è statica: i giovani adulti entrano nella pienezza della vita e prima di quanto pensiamo comincia l'invecchiamento. I cambiamenti non riguardano solo il susseguirsi delle età della vita. Noi sperimentiamo anche cambiamenti interiori, cammini spirituali verso il bene o verso il male, verso un bene maggiore o minore. I problemi si risolvono o si aggravano. Il profondo del nostro cuore può diventare più luminoso o più oscuro, più gioioso o più triste. Lo notiamo anche negli altri, e a volte diciamo dell'uno o dell'altro: è cambiato in meglio o in peggio. "Trasfigurazione". Così gli evangelisti Matteo, Marco e Luca descrivono il misterioso evento che i tre apostoli Pietro, Giacomo e Giovanni hanno vissuto con Gesù su un alto monte. Essi hanno potuto sperimentare l'intima relazione di Gesù col Padre. "Metamorfosi" è la parola greca originale del vangelo, noi diciamo trasfigurazione. Che cosa significa la trasfigurazione di Gesù? La sua persona non è mutata esteriormente, ma ha cominciato a illuminarsi dal di dentro. La sua "luce interiore" è diventata visibile per un po' di tempo nel suo corpo. La sua divinità risplendeva nella sua umanità. La voce del Padre spiega la ragione di questa "metamorfosi": "Questi è il Figlio mio, l'amato: in lui ho posto il mio compiacimento. Ascoltatelo" (Mt 17,5). Gesù è strettamente e completamente unito a Dio, è il Figlio di Dio. Per breve tempo i tre testimoni hanno potuto intravedere la gloria divina nascosta nell'umanità di Gesù. Poi tutto torna come prima; essi vedono Gesù come lo vedevano prima. Continua la vita di tutti i giorni. La strada continua: non è una passeggiata, ma la via che porta a Gerusalemme, la via della sequela di Gesù sulle sue orme. Ma l'evento vissuto rimane indimenticabile nei loro cuori. Perché ogni anno, la seconda domenica di Quaresima, la Chiesa ci presenta il vangelo della trasfigurazione? Io credo che la Chiesa vuole indicarci il significato e l'obiettivo centrale della Quaresima: la nostra trasfigurazione, cioè una vera "metamorfosi" interiore. Dobbiamo deporre l'uomo vecchio e rivestire l'uomo nuovo. Ciò è rappresentato nel battesimo con la consegna della veste bianca. La vita, la fede, la sequela di Gesù sono un continuo procedere sempre più avanti. Con la trasfigurazione di Cristo Dio vuole illuminare la nostra vita, vuole renderla una fonte di luce. Questo non vuol dire che i nostri problemi sono risolti e gli eventi dolorosi rimossi: la via di Gesù è stata la via della croce. Ma al termine c'è stato il passaggio dalla croce alla resurrezione, dal Golgota al mattino di Pasqua. Anche il nostro sinodo diocesano sta preparando una "metamorfosi". Con grande gioia e gratitudine ho potuto costatare quante persone hanno preso parte agli incontri pubblici per il sinodo. La grande partecipazione e la qualità degli interventi sono espressione della disponibilità a coinvolgersi in un processo di cambiamento e di rinnovamento. Ora resta da decidere quali temi devono essere approfonditi, perché la diocesi possa rinnovarsi interiormente. Benedetto XVI nel 2010 ha scritto nella Esortazione apostolica "Verbum Domini": "La Chiesa si fonda sulla Parola di Dio, nasce e vive di essa. Lungo tutti i secoli della sua storia, il Popolo di Dio ha sempre trovato in essa la sua forza e la comunità ecclesiale cresce anche oggi nell'ascolto, nella celebrazione e nello studio della Parola di Dio" (3). Si potrà compiere nella Chiesa un duraturo e autentico rinnovamento solo se teniamo fisso lo sguardo su Cristo, il Figlio amato, nel quale Dio ha posto il suo compiacimento. E questo avviene in modo particolare se noi lo ascoltiamo. Nel vangelo troviamo le risposte alle grandi domande della vita, le linee direttive per il nostro personale progetto e programma di vita, come pure il fondamento per una convivenza fraterna. La Quaresima è una buona occasione per esercitarsi nell'ascolto della Parola di Dio. A tale riguardo raccomando il metodo della "lectio divina", che aiuta ad ascoltare non solo con l'orecchio ma anche con il cuore (cfr. 1 Re 3,9). Così la Parola di Dio può operare in noi e rinnovarci dal di dentro. Questo modo di pregare la Scrittura risale ai padri del deserto e ha aiutato, nel corso dei secoli fino ai nostri giorni, molte persone a lasciarsi formare dalla Parola di Dio. Il metodo si compone di quattro momenti: - Lectio (lettura): La Parola di Dio può essere ascoltata solo se viene letta e annunciata. Che l'annuncio della buona notizia abbia in Quaresima largo spazio. In modo particolare raccomando un meditato ascolto della Parola di Dio nelle celebrazioni dell'eucaristia, nelle liturgie della Parola e nei gruppi biblici. - Meditatio (meditazione): Ciò che abbiamo ascoltato può operare in noi solo se risuona nel nostro cuore. Per questo raccomando di fermare la riflessione su un versetto o su una parola. È importante che ci sottoponiamo alla Parola, che la lasciamo operare in noi, che la portiamo con noi nella vita quotidiana, attenti a ciò che ci dice. - Oratio (preghiera): La Parola richiede una risposta che viene data nella preghiera personale e comunitaria, ma anche nella nostra vita che diventa essa stessa preghiera. - Contemplatio (contemplazione): Perché la novità portata dalla Parola di Dio rimanga in noi, è bene sostare alla presenza di Dio e presentargli la nostra vita. Per questo raccomando di valorizzare i momenti di silenzio nella liturgia, come pure nella preghiera personale. Se in questa Quaresima diventeremo ascoltatori della Parola di Dio, ciò ci cambierà interiormente e ci rinnoverà, sia come singoli, sia come comunità. La Parola ci porterà forse a fare quello che finora non abbiamo fatto. Soprattutto però essa ci renderà cristiani gioiosi, come auspica intensamente papa Francesco nell'Esortazione apostolica "Evangelii gaudium". Scrive il papa: "Un evangelizzatore non dovrebbe avere costantemente una faccia da funerale. Recuperiamo e accresciamo il fervore, la dolce e confortante gioia di evangelizzare, anche quando occorre seminare nelle lacrime ... Possa il mondo del nostro tempo - che cerca ora nell'angoscia, ora nella speranza - ricevere la Buona Novella non da evangelizzatori tristi e scoraggiati, impazienti e ansiosi, ma da ministri del Vangelo la cui vita irradi fervore, che abbiano per primi ricevuto in loro la gioia del Cristo" (10). Un dono molto prezioso che la Chiesa ci fa particolarmente nel tempo Quaresimale è il sacramento della riconciliazione. Nell'ascolto della Parola di Dio ci poniamo di fronte alla nostra vita in tutta verità, la verità che ci fa liberi. Solo ciò che accettiamo e ammettiamo può essere anche redento e salvato. Alla luce della Parola di Dio accogliamo la parola liberante del sacramento: "Neanch'io ti condanno; va' e d'ora in poi non peccare più" (Gv 8,11). Veramente possiamo parlare di trasfigurazione, cambiamento e trasformazione di noi stessi. "Sulla tua Parola - con gioia e speranza". Il Signore crocifisso e risorto ci accompagni nel cammino verso la più antica, solenne e importante festa dell'anno liturgico. Ci doni il suo Spirito che col nostro sinodo ci incoraggia ad "ascoltarlo". + Ivo Muser, VescovoMercoledì delle ceneri, 5 marzo 2014
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