L’esortazione postsinodale „Amoris laetitia“ di Papa Francesco è un documento scritto con un nuovo linguaggio, semplice e diretto, con un tono comprensibile che valorizza e incoraggia. Nell’ambito del convegno su “Amoris laetitia” svoltosi ieri presso l’Accademia Nicolò Cusano a Bressanone il vescovo Ivo Muser ha denominato lo stile di questo documento “un linguaggio curativo”. I relatori p. Martin Lintner e prof. Roman Siebenrock hanno indicato come in questo scritto venga descritta la (nuova) fiducia nella competenza dei fedeli in merito alla coscienza.
Ieri sera presso l’Accademia Nicolò Cusano Toni Fiung ha moderato il convegno e ha evidenziato che “Papa Francesco sfida noi collaboratori parrocchiali ad accompagnare le persone e in particolar modo a stare accanto a quelle in difficoltà”.
Nelle scorse settimane il dibattito sul significato di questa esortazione postsinodale è stato molto acceso, in particolare sul capitolo 8 in cui si parla delle cosiddette situazioni “irregolari”. Per questo motivo entrambi i relatori, p. Martin Lintner e Roman Siebenrock, hanno voluto evidenziare che in “Amoris laetitia” non c’è nessun cambiamento a livello dogmatico in merito alla dottrina del matrimonio (ad esempio l’indissolubilità), ma novità a livello pastorale e di teologia morale.
I relatori hanno descritto il documento come la (nuova) fiducia nella competenza dei fedeli in merito alla coscienza. In primo luogo Papa Francesco concepisce la coscienza come luogo di incontro con Dio. “Non ci sono ricette, ma si necessita di soluzioni adeguate alla situazione”, ha affermato p. Martin Lintner.
“La coscienza è il luogo della decisione, alla ricerca della volontà di Dio in una situazione concreta e non un’ubbidienza alle regole”, ha commentato il professore Roman Siebenrock che ha ribadito l’importanza di diventare consapevoli della presenza della misericordia di Dio in ogni situazione di vita. Durante il suo intervento il professore di dogmatica ha affermato: “Mi sembra che Papa Francesco, con questo porre l’accento sulla coscienza e sulla nostra responsabilità in quanto battezzati, ci sfidi ad essere autentici testimoni di fede. In ultima analisi il Papa vuole un profondo cambiamento della Chiesa partendo dall’incontro con Cristo.”
Al termine degli interventi c’è stata una discussione molto animata e aperta, in cui anche il vescovo Ivo Muser è intervenuto con uno statement conclusivo in merito all’esortazione “Amoris laetitia”. “Differenziare, accompagnare e integrare: questo è lo stile di Papa Francesco che egli consegna come incarico alla Chiesa”, ha affermato il vescovo.
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