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Giornata della solidarietà 2014

Carissimi fratelli e sorelle, nel rivolgermi a voi per la prossima Domenica della Solidarietà che si celebra in Diocesi il 23 marzo 2014 vorrei servirmi di alcune parole rivolte ai fedeli da Papa Francesco nell’omelia della messa per la festa del Corpus Domini dell’anno scorso; commentando il miracolo della moltiplicazione dei pani disse: "Nella Chiesa, ma anche nella società, una parola chiave di cui non dobbiamo avere paura è 'solidarietà', saper mettere, cioè, a disposizione di Dio quello che abbiamo, le nostre umili capacità, perché solo nella condivisione, nel dono, la nostra vita sarà feconda e porterà frutto". La solidarietà è veramente la chiave che fa cambiare gli stili di vita personali, familiari e della società. La mancanza di solidarietà al contrario genera individualismo, indifferenza, inequità, esclusione sociale, povertà, conflittualità ecc. Nell’esortazione apostolica "Evangelii gaudium" Papa Francesco chiarisce anche che la solidarietà non è una missione riservata solo ad alcuni, ma che "la Chiesa, guidata dal vangelo della misericordia e dall’amore all’essere umano, ascolta il grido per la giustizia e desidera rispondervi con tutte le sue forze; … ciò implica sia la collaborazione per risolvere le cause strutturali della povertà e per promuovere lo sviluppo integrale dei poveri, sia i gesti più semplici e quotidiani di solidarietà di fronte alle miserie molto concrete che incontriamo. La parola 'solidarietà' si è un po’ logorata e a volte la si interpreta male, ma indica molto di più di qualche atto sporadico di generosità. Richiede di creare una nuova mentalità che pensi in termini di comunità, di priorità della vita di tutti, rispetto all’appropriazione dei beni da parte di alcuni". (188) Con il nostro Sinodo Diocesano la Chiesa locale si interroga, analizza la situazione e cerca strade nuove per una evangelizzazione che "rivitalizzi" la fede, per un coinvolgimento più efficace nella vita comunitaria, per una testimonianza di servizio, partecipazione e assunzione di responsabilità per il bene comune nella nostra terra, ma anche nella prospettiva di una solidarietà globale. Non ci può essere futuro e reale progresso se non ci impegniamo veramente, insieme, per una società più giusta e solidale, se non superiamo l’individualismo e gli interessi di gruppo a tutti i livelli, anche dentro le nostre realtà civili ed ecclesiali. Ringrazio di cuore tutti coloro che si dedicano alla formazione di una cultura della solidarietà e che operano in contesti di solidarietà attiva, nella nostra società civile come nella nostra comunità ecclesiale.A tutti la mia benedizione e l’augurio di buon lavoro. Ivo Muser, Vescovo