S. Francesco di Sales, patrono dei giornalisti, che oggi ci ha qui riuniti, sentiva il dovere di esprimere la verità nelle sue azioni e nei suoi scritti. Era una persona che prendeva apertamente la parola. Ciò che lo caratterizzava particolarmente era il su rispetto nei confronti di chi la pensava diversamente da lui – un tratto tutt’altro che scontato nel suo tempo di aspre contese confessionali.
S. Francesco di Sales è diventato patrono dei giornalisti perché possedeva una serie di qualità rilevanti per i media: la capacità di essere attuale e di riportare tematiche complesse in un linguaggio accessibile a tutti, senza per questo banalizzarle. Al centro dei suoi scritti rivestono un ruolo centrale i temi della pace, del perdono e della comprensione tra gli uomini. Egli è stato un attento osservatore del suo tempo. Con convinzione ha combattuto contro la diffusione di mezze verità, di pettegolezzi, di menzogne e di dubbi sensazionalismi. Considerava la calunnia come una “peste della società”.
Ogni anno il Papa propone un tema per la Giornata mondiale delle comunicazioni sociali. Quest’anno il titolo del messaggio di Papa Francesco è “’La verità vi farà liberi’ (Gv 8,32). Notizie false e giornalismo di pace.”
Fake News
Personalmente ritengo le „fake news“ come una „peste della società”, per riprendere le parole del santo del giorno. Notizie false mirate producono e alimentano una polarizzazione dell’opinione pubblica. La manipolazione intenzionale di fatti può influenzare il comportamento del singolo e dei gruppi. Proprio per questo motivo è richiesto il vostro lavoro giornalistico di qualità per dare spazio alla verità e in questo modo servire la pace. Che cosa succede in una società che non accetta più i fatti?
In un mondo caratterizzato da “fake-news” è importante diffondere speranza e fiducia. È importante lottare sempre più per il bene e promuoverlo. Non si tratta di censurare le notizie di sofferenza, violenza, ingiustizia, aggressività, terrore e guerra. Ma è diverso se le brutte notizie vengono riportate in modo obiettivo oppure in modo sensazionalistico, se si riportano fatti inconfutabili oppure si alimentano vaghi timori.
Le persone hanno bisogno di un “orientamento nella giungla digitale”! Le “fake news sono l’opposto, minacciano e minano la fiducia tra gli uomini. Alle “fake news” contrappongo espressamente il comandamento biblico: “Non dire falsa testimonianza”!
Con 140 caratteri su Twitter non si può né spiegare né interpretare il mondo. Messaggi veloci, superficiali, sensazionalistici non ci aiutano a vivere e non promuovono la convivenza tra gli uomini. Per questo, oltre a molte altre voci responsabili abbiamo bisogno anche di giornalisti che svolgano il loro servizio con professionalità e passione. Sono consapevole che siete davanti ad una sfida sempre più complessa: a causa del flusso veloce di informazioni, soprattutto con i social media molti di voi si sentono costretti ad una accelerazione drammatica. La concorrenza tra i media porta al fatto che il valore di una notizia consista nell’essere riportata quanto più rapidamente possibile. Ma non si tratta soltanto di questo, il lavoro giornalistico deve essere in primo luogo obiettivo. Questo è il livello qualitativo del giornalismo. Non vincete con la rapidità ma con la qualità! Penso che sia necessario rallentare consapevolmente, in nome della qualità, delle cose come stanno, in nome della persona.
Giornalismo di pace
In merito alle fake news e ai messaggi di odio che si diffondono liberamente in rete, il compito delle redazioni tradizionali è oggi più che mai quello di esaminare la veridicità delle notizie per contrastare in questo modo “l’abbrutimento digitale in rete” e per promuovere la pace.
La dignità dell’uomo e la dignità della parola vanno di pari passo. Talvolta sui giornali online si trovano certi commenti che sono preoccupanti. Nella battaglia contro questo “abbrutimento digitale” non ci sono soltanto i giornalisti: anche chiunque navighi in rete può contribuire a determinarne il tono del discorso. Personalmente sono convinto che in questo contesto spetti al legislatore un intervento, certamente non per sopprimere la libertà di espressione, ma per promuovere e difendere tale libertà. Soltanto un’opinione espressa mettendoci la faccia, con il proprio nome e la propria firma contribuisce alla ricerca della verità e per la pace.
Elezioni
Proprio il 2018 rappresenta per i media una grande sfida. Quest’anno infatti un tema mediatico importante saranno sicuramente le elezioni politiche a livello nazionale e le elezioni amministrative in Alto Adige. Anche i media sono responsabili del clima in cui vengono prese queste importanti decisioni sociopolitiche. Un confronto per la soluzione dei problemi è un elemento essenziale di una democrazia che funziona.
Quando ci sono le elezioni in Italia si parla di “par conditio”: è buono e giusto che si fissino delle regole per avere un rapporto il più possibile equilibrato tra i candidati. Al contempo vorrei però ricordare che nella convivenza sociale esistono ambiti in cui non c’è bisogno di “par conditio”, in cui i media sono chiamati a prendere posizione. Penso a temi quali l’equa distribuzione delle risorse, le ingiustizie sociali, le problematiche legate all’ambiente. Quando sono in pericolo la dignità della persona, la convivenza tra gli uomini, il creato, allora proprio ai media spetta il compito di “prendere posizione” a favore dei bisognosi, di quelli che non hanno una lobby dietro di sé, di quelli che non hanno voce. Proprio in tempi di elezioni i media dovrebbero anche aiutare a distinguere problemi sociali autentici da questioni solo apparentemente rilevanti: meno emozionalità e più obiettività, meno disinformazione e più informazione, meno populismo e istigazione alla paura e più ricerca di una soluzione comune.
Desidero ringraziare espressamente i media in Alto Adige che – secondo il mio parere – riportano in modo equilibrato, obiettivo e anche lungimirante la sfida che occuperà ancora a lungo il mondo, l’Europa e anche noi: la questione dei profughi e dei motivi che li spingono alla fuga e all’emigrazione.
Auguro a tutti voi un utilizzo accurato e responsabile della parola come anche delle immagini che contribuiscono a dar forma alla realtà. Un sentito ringraziamento va a tutti voi per il vostro servizio indispensabile nella nostra società e vi chiedo responsabilità. Oggi avete molte possibilità di costruire o di distruggere, di fornire informazioni oppure di mettere qualcuno alla berlina, di creare opinioni oppure di diseducare, di promuovere il bene oppure di giocare con il male. Auguro a tutti professionalità e un grande rispetto nei confronti di ogni uomo.
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