“La meta del pellegrinaggio diocesano non è in ultima analisi la visita di una delle numerose bellezze artistiche, ma il cammino verso il Dio vivente”, spiega Anton Mair am Tinkhof, responsabile dell’Ufficio pellegrinaggi diocesano.I 127 pellegrini hanno già percorso alcuni chilometri a piedi sul cammino di Santiago. Uniche sono le differenti esperienze tra cui il contatto con la natura, con l’arte e l’architettura, l’incontro con la popolazione, con altri pellegrini e con se stessi. “In questo cammino la cosa più importante per me è scoprire me stesso”, ha affermato un pellegrino.Per le S. Messe il vescovo Ivo Muser ha preparato una serie di catechesi – il primo giorno del pellegrinaggio diocesano ha parlato della preghiera, esprimendo che la preghiera significa innanzitutto “parlare con Dio”. Infatti, la Sacra Scrittura mostra innumerevoli esempi di persone che litigano, che lottano con Dio, persone che lo lodano e lo cercano; tutti hanno una cosa in comune, vale a dire che essi raccontano a Dio la loro esperienza di vita concreta.“Pregare significa inoltre essere ascoltatori – afferma il vescovo – poiché Dio ci parla non appena viene annunciata la sua Parola, attraverso il creato, attraverso esperienze e incontri quotidiani. Chi ascolta, scopre!”Durante la S. Messa di ieri a O Cebreiro, invece, il vescovo ha parlato di „via“. Il pellegrinaggio sul cammino di Santiago è un simbolo per il cammino di vita e di fede di ciascuno. Il vescovo Muser ha invitato a seguire tre vie: la strada verso se stessi (“la strada più lunga e più faticosa è la scoperta di se stessi; questa è la via della conversione”), verso le altre persone (“amare tutte le persone, non costa niente; concretamente amare la persona che sta accanto a me, il prossimo nel vero senso della parola, in questo modo la fede diventa concreta”) e verso Dio (“questo rapporto rimane una ricerca, una lotta e un nuovo inizio sempre, finché arriviamo al luogo per cui siamo stati creati”). Mons. Muser ha poi posto in modo critico la questione in cui si chiedeva se Dio è veramente ancora presente nella società e nella Chiesa. “Quando Dio ha il posto che gli spetta nelle nostre famiglie, nelle parrocchie, nella Diocesi e nella Chiesa, allora non dobbiamo più temere il futuro, le nuove sfide, perché in questo modo la nostra vita avrà una prospettiva che alleggerisce, che conduce a una tranquillità e alla libertà interiore”, ha affermato il vescovo.Oggi il gruppo di pellegrini celebrerà una S. Messa nella Cattedrale a Santiago. Al termine della celebrazione eucaristica ci sarà la cerimonia del turibolo oscillante chiamato Butafumeiro; in seguito i pellegrini avranno del tempo a disposizione per l’abbraccio al busto di S. Giacomo e per la visita alla cripta con la reliquia del santo.Domani, venerdì, si celebrerà la S. Messa conclusiva nella Cattedrale di Santiago. Per le ore 10 è previsto il volo di ritorno a Verona; l’arrivo a Bolzano è per le ore 19.
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